Su Blockchain è possibile operare in svariati modi. Dal mining al proof of stake, dall’acquisizione di criptovalute o token FT alla creazione di non-fungible token.
Le possibilità sono tantissime. In questo nuovo articolo dell’academy di Moby Dick ci concentreremo sullo staking crypto e sul proof of stake.
Quali sono i vantaggi di mettere in staking i propri token o le criptomonete? Che differenza c’è tra proof of stake e proof of work? E quali tipologie di staking esistono?
Cos’è lo staking?
Lo staking è l’azione di congelare un certo numero di criptovalute o token ft per generare guadagni passivi sul proprio wallet. In tal modo, in base alla quantità di criptomonete in staking, si avrà un determinato ricavo passivo.
Gli interessi hanno un tasso variabile in base all’andamento della criptovaluta e dalla blockchain scelta.
Si può scegliere di mettere in staking crypto direttamente dal proprio wallet o da un exchange di cui ci fidiamo.
Anche Pequod stesso offre un servizio di staking.
Proof of Stake e Proof of Work, quali differenze?
Il proof of work è il processo in cui i miners mettono a disposizione i loro computer per poter verificare le operazioni effettuate su blockchain.
Solo con un’attenta verifica e algoritmi complessi, infatti, è possibile validare la richiesta di operazioni e scrivere o inserire nuovi blocchi nella catena.
Il miner che riesce a validare per primo le operazioni, ottiene una ricompensa.
Questa procedura, oltre che molto complessa, è anche dispendiosa a livello energetico. Infatti, è necessario avere un calcolatore molto potente per poter concludere tutti i calcoli necessari. Esso dovrà, inoltre, rimanere operativo h24.
Il Proof of Stake, invece, introdotto nel 2012 da Sunny King e Scott Nadal, è un modello di consenso che permette a un gruppo limitato di individui su blockchain di poter validare le operazioni.
È, ancora, da ritenersi decentralizzato, anche se coinvolge meno utenti rispetto al PoW.
Il valore sulla validazione di ogni singolo address è determinato dal quantitativo di crypto in stake. Queste, infatti, fungono da garanzia dell’attendibilità di chi le mette in staking.
Tra questi, viene scelto casualmente chi usufruirà di vantaggi, come interessi e la creazione di un nuovo blocco.
Staking crypto, quali tipologie?
Esistono tre tipologie di staking di criptomonete e token FT.
- Staking Gestito: questa tipologia di staking è supportata solitamente da una piattaforma di exchange, che agevola l’operazione di stake delle proprie crypto;
- Cold Staking: accade quando si mettono in staking delle crypto offline, ovvero quando si utilizza ad esempio un cold wallet;
- Staking Pool: questo è il metodo consigliato per i neofiti. Quando non si hanno abbastanza criptomonete da mettere in staking, si può usufruire di un servizio di staking pool dove più utenti mettono in stake le proprie crypto. In tal modo, si potrà in maniera comunitaria usufruire dei vantaggi di questa operazione e validare più blocchi su blockchain.
In conclusione, lo staking è un metodo per poter generare profitti in maniera passiva. Si possono accedere a più tipologie di staking e offre, anche, la possibilità di validare le operazioni su blockchain tramite PoS.
L’utilizzo di un sistema di validazione PoS è un vantaggio sia per la rete che per gli utenti, che possiamo riassumere nei seguenti PRO e CONTRO:
- Pro
– Sistema scalabile;
– Velocità più elevata nelle transazioni;
– Accesso a guadagni passivi. - Contro
– Attualmente È meno sicura rispetto a PoW;
– Vantaggio a chi possiede più token;
– Fondi bloccati.
Inoltre lo staking è un ottimo metodo per poter generare profitti in maniera passiva, da affiancare a tutte le opportunità offerte dalla DeFi.
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